Indice tecnico - pressostati elettronici

Un pressostato elettronico converte la pressione esercitata sulla cella di misura in un segnale elettrico digitale (ON / OFF). Un pressostato elettronico è più complesso di un pressostato meccanico e quindi generalmente più costoso. Poiché un pressostato elettronico non ha parti interne mobili, ossia attriti, di solito ha una vita utile molto più lunga e fornisce un livello superiore di precisione (a seconda dell'applicazione). L'isteresi può essere impostata su un ampio intervallo e praticamente indipendentemente dal punto di commutazione. I pressostati elettronici possono anche essere dotati di funzioni aggiuntive, come display e configurazione mediante menu.

La cella di misura della pressione presenta una membrana esposta alla pressione da misurare. Su questa membrana viene posto un circuito "bridge" costituito da quattro resistori ohmici (ponte di Wheatstone). I valori di questi resistori variano proporzionalmente alla pressione esercitata sulla cella di misura o sulla membrana. La tensione del ponte della cella di misura viene amplificata dall'elettronica di bordo ed elaborata digitalmente da un microcontrollore. Una volta raggiunti i punti di commutazione il transistor di uscita si chiude o si apre in base alla funzione del pressostato (contatto normalmente aperto / chiuso).

Nella tecnologia silicon-on-sapphire la cella di misura è un film sottile di zaffiro sintetico. Questo materiale ha eccellenti proprietà meccaniche e termostabili e previene effetti parassiti indesiderati, con un effetto positivo sulla precisione e la stabilità delle letture. In combinazione con un substrato in titanio si ottiene un comportamento praticamente sovrapponibile grazie ai coefficienti molto simili dello zaffiro e del titanio. A differenza del silicio e dell'acciaio inossidabile i due materiali utilizzati nella tecnologia Sos richiedono solo un basso livello di compensazione, con effetti favorevoli anche sulla stabilità a lungo termine.

In questa tecnologia la cella di misura piezoresistiva è inserita all'interno di un alloggiamento metallico riempito con olio di fluoro. Ciò significa che la cella di misura è virtualmente priva di sollecitazioni meccaniche esterne. L'olio di fluoro ha un eccellente comportamento al variare delle temperature e in termini di invecchiamento, non è infiammabile e quindi si adatta perfettamente alle applicazioni con ossigeno. Non è consigliato per applicazioni alimentari.

I sensori di pressione ceramici a film spesso sono costituiti da un corpo in ceramica sinterizzata. Il corpo ceramico ha già le geometrie chiave: lo spessore della membrana richiesto e, quindi, il campo di pressione richiesto, è ottenuto tramite molatura e lappatura. Le resistenze sono stampate con tecnologia a film spesso e mediante interconnessioni atte a formare un ponte di misura.

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